Autobiografia di una Donna di Monica Melani
Intorno ad un teatro dal forte impatto comunicativo che si avvale di uno squarcio della carta sezionato da fili di raffia, l’artista ricompone vibrazioni balenanti e sprazzi di magici cromatismi, quali proiezioni mentali dell’io femminile, affiancati a realizzare una sequenza di ingredienti guizzanti fino a comporre una cornice ove la prospettiva è pressoché negata. Monica Melani, infatti, con ripetute aggiunte o rimozioni di elementi di dimensioni eterogenee attua, prima una “frammentazione” intima della superficie libera disponibile, per poi recuperare lo spazio della memoria.
08/03/2019
La diversità del Femminile
Opere in mostra di Carlo Roberto Sciascia
[...]Ben più coinvolgente è il “metodo me- lAjna®”, inventato da Monica Melani, con- sistente nel far gocciolare colori liquidi in uno strato di acqua contornato da un panno. I risultati sono energetiche ag- gregazioni di colori, molto variate e libe- re, che, allorché l’artista procede con una persona con cui si rapporta direttamente, dà un “Ritratto Energetico”, per utilizzare una sua definizione, mentre, allorché l’o- pera è frutto di una ricerca di personale autointrospezione, restituisce conforma- zioni allusive di elementi somatici, di ani- mali ed altro, poi meglio definiti dai po- steriori interventi di Monica. Le possibilità di combinare tali risultati sono alquanto diverse, com’è quando l’artista li inserisce con uno specchio all’interno di un cerchio in ferro (Graal, 2004) ed ancor più quando ne dispone in installazioni più di uno as- sieme ad un monitor led (Il Ritratto Ener- getico. Guardarsi dentro per realizzarsi fuori, 2017). Per la Melani l’arte aiuta a re- alizzarsi e a conoscersi e ne è consapevo- le a tal punto da essere convinta che aiuti ad entrare in contatto con la multiversa realtà.
Certamente fare arte è sempre un’auto- analisi. Ma per la maggior parte dei casi gli artisti non ne sono pienamente consa- pevoli. Molti confessano attaverso le loro opere i più profondi convincimenti sia esistenziali che sociali e perfino politici, per cui il loro operare è una sorta di diario.
Giorgio Di Genova|[…]Even more engaging is the “melAjna® method”, invented by Monica Melani, that consists of making drip watery colors on a layer of water sorrounded by a rag. The resulsts are made by very varied and free energetic groups of colors, when the artist works with a person to whom she directly relates, they create an “Energetic Portrait”, to use the artist’s definition, but, when the painting is the result of a research of a self-analysis, it gives back evocative shapes of somatic elements, of animals and more, that are better defined by Monica’s later work. The possibilities to combine these results are different, as when the artist insert them in an iron circle with a mirror (Graal, 2004) and more when she organizes more than one together in an installation with a led monitor (The Enrgetic Portrait. Looking inside to realizing outside, 2017). For Melani, art helps realizing and knowing themselves, and she is so sure about it that she’s certain that her art helps to put into contact with the multiverse reality. Making art is surely always like self-analysis. But, in the majority of cases, artists are not fully aware of that. Lots of them confess their deeper existential, social and even political convictions through their pieces, so their work it’s a sort of a diary.[…] Giorgio Di Genova.
[...]Monica Me- lani, attiva e dinamica organizzatrice al Mi- treo di Roma, nel cui centro sono ormai tre anni che si organizza la mostra degli artisti presenti sul volume, spazia nei vari cam- pi dell’arte, ma è, soprattutto, conosciuta per avere inventato il metodo “MelAjna”, che considera il colore non solo in senso puramente fisico, ma nella sua Essenza di Luce. “L’opera, scrive Giorgio Di Genova, è frutto di una ricerca di personale autointro- spezione, restituisce conformazioni allusi- ve di elementi somatici, di animali e altro, poi meglio definiti dai posteriori interventi di Monica”.
Maurizio Vitiello|[…]Monica Melani is the active and dynamic organizer at Mitreo of Rome, in which center she organizes the exhibitions of the artists that are on this catalogue from three years. She works in various fields of art, but she’s known above all for having invented the melAjna® method, that considers the color not just in its physical sense, but in its Essence of Light. Giorgio di Genova says : “the painting is the result of a research of a self-analysis, it gives back evocative shapes of somatic elements, of animals and more, that are better defined by Monica’s later work.” […]Maurizio Vitiello.
27/07/2018
Percorsi d'Arte in Italia 2018|2018 Artistic Paths in Italy
Volume a cura di Giorgio Di Genova, Carlo Franza e Enzo Le Pera.|Catalogue edited by Giorgio Di Genova, Carlo Franza and Enzo Le Pera.
Nel terzo millennio il problema dell'arte non si concentra sulla ricerca del bello né tantomeno nello scovare o svellere pulsioni, piuttosto che valori intrinseci. L'artista si concepisce come prassi nel tempo. Il tempo si pone come il presente da salvare. Ed è in questa utopia che si inserisce il filone di "Anima-li".
Il senso del bello, come identico del giusto, trova in questa dimensione, identità con ciò di cui abbiamo costante scambio di energie. La proiezione umana ritrova nell'altro - o negli altri: i migliori amici dell'uomo - il luogo del suo ri-trovarsi. Ma proiettarsi, in virtù del mondo vivente che ci accompagna, consiste nella riviviscenza di quel che sostanzialmente intendiamo come vita.
Non siamo solo essere. Siamo essenti. Ciascuno vive non solo nella certezza di sé ma anche nella consapevolezza della vita e di come lo stesso accada a chi accompagna. Ed è questa una condizione da celebrare, oltre che da preservare negli spazi di vita. Ma l'intervento dell'arte, in questa riflessione, non può limitarsi a raffigurare il presente storico di vite singole. Il conforto di convivere con altri esseri non può limitarsi ad esser semplicemente ritratto. Ha bisogno di uno sguardo riflessivo che lo congiunge col sentimento vitalistico che lo accompagna.
Quindi l'uomo si proietta nel suo amico vivente e la vita spinge i due a proiettarsi come progetto esistenziale continuo. E il messaggio è che nei due poli - l'uomo e l'animale, gli animali - uno diviene nell'altro. "Nel divenire non c'è passato né passato né avvenire, neanche presente. Nel divenire si tratta piuttosto di involvere: il che non significa né regredire né progredire. Divenire significa divenire sempre più sobrio, sempre più semplice, divenire sempre più deserto e, attraverso ciò, popolato" (Deleuze).
Allo stesso modo in cui Nietzsche ci ha insegnato che la tragedia nasce dalla musica, entrare in partecipazione con ciò che è autenticamente vita ci insegna che la vita è partecipazione, condivisione, compenetrazione con l'altro. E proprio quando manca l'elemento mediatorio per eccellenza, che è il linguaggio verbale e scritto, entrano in dinamica le pulsioni di cui la nostra esistenza effettivamente consiste.
Entrare nella proiezione col mondo animale significa, quindi, dare vita a quel che deve rimaner vivo dentro di noi ed invece rischia di essere recesso. In tal senso è lo stesso per l'arte. La persona si riscopre non come riproduttore di significazioni precedentemente codificate, ma come eterno inventore di nuovi sensi.
11/05/2018