Errare, 1999

La negatività: devo allargare le maglie della gabbia

Acquarello su carta, fig. 19

"Ciò che è affiorato nei dipinti precedenti, ha dato forza e valore a questo mio percorso e a questo modo di procedere. Devo quindi continuare e questa volta voglio partire dalla negatività, da quel Tentatore che è apparso a fianco della Luce (fig. 10), a ricordarci che il dualismo appartiene alla nostra struttura umana. Non si può pensare, infatti, di conoscersi come esseri completi, se non si riconosce il limite insito nella natura stessa del nostro essere, parallelamente alla possibilità del suo superamento, in un continuo divenire. Affiorino quindi le gabbie, le paure, le iniquità dell'uomo, e attraverso un percorso di codificazione, conoscenza e consapevolezza, si allarghino le maglie della gabbia, affinchè la paura si trasformi in forza. Ecco, i mostri sono sempre più vicini, molto più di quanto non credessi (fig. 17 - 18); mi sono dentro; sono in loro (fig.19): sento il peso di tutta l'angoscia ed il male del mondo. Ma cosa sta accadendo......? Quel mondo che ho "catturato" con i miei dipinti, quel mostro riflesso nel foglio (fig. 18) mi sovrasta e mi chiude sempre di più al resto. Èbastato volgere lo sguardo verso di lui, sentirsi in lui, ed ecco che pian piano si sta prendendo tutto lo spazio che vuole: ed io sono qui, sempre più debole, ma cosciente. Osservo i meccanismi, li riconosco ma non mi oppongo, non ho più voglia di lavorare, sono nervosa, irritante, violenta, arrogante al punto di perdere quella serenità conquistata con tanta fatica. Quando ho detto, leggendo quel dipinto (fig. 19), ecco ci sono dentro, non pensavo di provocare tutto questo. In realtà il pensiero che si manifesta nel colore, interagisce profondamente con il mio essere; già... noi siamo ciò che pensiamo... Questo disequilibrio l'ho creato io e solo io potrò trasformarlo. Si ma come fare? Sarei tentata a spingermi oltre, ad immergermi nel nero più totale, ma ho paura di non farcela. Sarò in grado di trovare la strada giusta una volta lì dentro, e poi, è proprio questo che devo fare? Mi è stato detto: rifletti e porta a coscienza la negatività, il male, l'uomo in tutte le forme più negative ed imparerai ad amarti e ad amare di più. Ok, procedo quindi nella negatività ma facendo attenzione; ormai ho imparati la lezione: devo osservarla rimanendone lontana, non devo farmi coinvolgere: in passato è bastato un solo pensiero maldestro per... La negatività ha in noi lo spazio che gli concediamo. Quindi in futuro non devi più dire: ecco, ora sono lì dentro... ma ti vedo, ti riconosco, so come si sta, ciò che provochi, questa mancanza di respiro, questa angoscia, questo cuore pesante, tutto questo buio, ma mi dispiace per te, io sono qui, sono fuori da tutto questo, ti osservo e rifletto sulle tue varie forme, cercando di trasformarle, dandogli nuovo senso, alla Luce della consapevolezza. Ecco, vedo l'Ego che domina al centro, chiuso in se stesso (fig. 20 - 21); l’Amore e la Ricerca sono relegati ai margini: il senso stesso della vita rischia di essere vanificato (fig. 21). Lasciare spazio all'Ego significa disequilibrarsi, ci si trova inevitabilmente nel caos, non si distingue più ciò che per noi è il giusto; il nostro cuore, tutto il nostro essere è in balia di potenze distruttrici, malattia e morte (fig. 22-23).

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